La Resistenza, un tema antico. Quasi sempre affrontato in chiave realistica, se non addirittura documentaristica. Eppure la memoria rielabora in maniera fantastica (talvolta sinistra) ogni tipo di ricordo, anche i drammi. È a partire da questo punto di vista che il regista esordiente Daniele Gaglianone (34 anni) ha affrontato il tema, nonostante la sua profonda conoscenza storica del periodo (da anni collabora con l'Archivio Nazionale della Resistenza). In chiave interiore, più che intimistica: due vecchi incontrano per caso il gerarca fascista responsabile di una terribile strage, e non sanno se perdonare o vendicare. Il passato si mescola allora con il presente, fino ad una terza dimensione che diventa vero e proprio personaggio, nel finale: la decisione presa dai due si rivelerà fallimentare ed allora, per non "morire", i vecchi costruiranno un giochino interiore perverso capace di porre rimedio ad ogni dolore... (Marco Lombardi)