Un prigioniero della Tribù dei Traci è legato in catene nei sotterranei dell'arena di Capua, mentre, nell'arena, vengono giustiziati altri suoi compagni. Nell'attesa, egli ricorda tutti gli eventi che lo hanno portato sin lì. Il legato romano Claudio Gabro, era andato in Tracia per assoldare forze ausiliare da aggiungere agli eserciti regolari, facendo leva sulle minacce che gli eserciti greci, al seguito di Mitridate, e le popolazioni dei Ceti, portano loro. Stabilite le regole di ingaggio, i traci partono e scendono in battaglia per i romani, favorendoli con le loro alte virtù guerriere. Mentre il legato si concede ad una visita improvvisa della moglie Ilithyia, due guerrieri traci vanno in perlustrazione dietro le linee nemiche e scoprono che i nemici Ceti stanno deviando verso i loro villaggi. Il legato, sobillato dalla moglie, intende avanzare contro Mitridate, lasciato sguarnito dai Ceti, e conquistare gli onori di Roma negando così ai traci il permesso di tornare a difendere i loro villaggi. Traditi nei patti stipulati, i guerrieri si ribellano al legato e disertano. L'eroe trace riesce a tornare giusto in tempo per salvare la sua donna, Sura, ma il suo villaggio è perduto e decide così di spostarsi con lei verso sud. Il legato sorprende i teneri amanti nel sonno riducendo la donna in schiavitù e conducendo l'uomo a Capua per la condanna. Concluso il flashback, giunge il suo momento e viene condotto nell'arena per essere giustiziato; ma, contrariamente alle previsioni, e dando prova delle sue virtù guerriere, riesce a sconfiggere i quattro gladiatori preposti allo scontro e, osannato dalla folla, riesce ad evitare la sua condanna. È in questa occasione che gli viene assegnato il nome di Spartacus.